Ferdinando Battaglia
- 23/11/2014 18:53:00
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La tua scrittura ha qualcosa di sublime, non perché chissà a quali altezze e con quali discorsi tu voglia elevare il lettore (in alcuni testi accadrà o è già accaduto pure questo), ma sempre c’è il sublime nella lucidissima costruzione del testo, nella regia estremamente visionaria e razionale della stessa sostanza concessasi in parola; e spesso con sfumature di dramma in unatmosfera minimalista (azzardo di lettura, la mia).
In questo senso qui è "bellissimo" il sentimento di estraneità comunicativa, realizzato sviscerando nelle immagini create, il contrasto che appare pittorico in toni ombrati, tra la consumazione (onirica?) di un intimo amplesso e la vita notturna del fuori, che arriva con le sue domande senza risposta, domande inquiete, come questa: "Avrà una meta"? Così la solitudine esistenziale del ritratto nei versi, una solitudine ed un’incomunicabilità dietro le forme apparenti dellamore, svela il tempo sopraggiunto del disamore, dell’isolamento delle anime tradito dal mostrarsi ultimo di un istmo che unisce i corpi, ovvero anche quando quei corpi nulla abbiano mai avuto di amore in legami: "e alloggio accoglie bramosia pagana", e diventa irraggiungibile o triste quei "ricorda i suoi sobbalzi/in una scatola di latta/fra graffiti arresi".
Azzardo di lettura, la mia. Ciao, Elsa.
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Silvia De Angelis
- 22/11/2014 19:42:00
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Molto significativa questa lirica "duna sera qualsiasi" in cui, fra passi solitari, la mente rimugina attimi di vita... Sempre originalissimi i tuoi spunti poetici, buona serata e un saluto, Elsa, silvia
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